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Il mostro, fin dall'etimologia, è un segno, un messaggio: mette in guardia, avverte della crisi. Nelle sue centinaia di declinazioni, la categoria del mostruoso è vasta e complessa tanto quanto l'umano. E proprio qui il mostro si fa specchio, conseguenza, matrice, parte dell'umano stesso: può, proprio come l'umano, essere osservato da prospettive diverse, cambiando nel tempo e nello spazio. Così in questo saggio, passando attraverso le figure mostruose eppure umane dell'immaginario letterario e non solo, il confronto con la mostruosità è fatto di estetica, genetica, potere, sesso, genere, razza, umanità, animalità. Tra mostrificazione del diverso e accettazione della propria mostruosità, tra scienza e superstizione, erotismo e orrore, ecco "Monstrumana", un modo per scoprire la meraviglia che alberga in ciò che più temiamo, e che talvolta rifiutiamo.